Nei prossimi due mesi (cioè fino alla data, del resto ancora incerta, delle elezioni comunali) Venezia e i suoi cittadini saranno inevitabilmente sommersi dalle più stravaganti e strampalate promesse elettorali, con tanto di dichiarazioni, impegni formali, rassicurazioni a destra e a manca. Qualcuno con sicumera sentenzia: è la Politica, bellezza!
Sarà pure parte della Politica questo modo di fare, ma le prese in giro devono pure avere un limite. E almeno le sparate più grosse (ve la ricordate la promessa di Orsoni di realizzare nel suo quinquennio amministrativo 5.000 alloggi sociali? Ma chi li ha visti? Eppure l’ex-assessore alla casa Bruno Filippini è politicamente vivo e vegeto e appare molto attivo nell’entourage del candidato sindaco Felice Casson).
Insomma come difenderci dai funambolismi e dai “venditori di pignatte”?
Una semplice proposta è quella di scrivere, da qualche parte, gli impegni (la rete è del resto una preziosa risorsa e ha, cari politici ricordatevelo, una memoria da elefante).
Noi di Venezia Cambia 2015 abbiamo maturato alcuni punti fermi su cui vorremmo sapere chiaramente quali sono le posizioni dei candidati già in lizza. Proviamo a ricordare alcune questioni centrali per il futuro di Venezia:
1) Porto e Aeroporto: quali misure verranno prese per riaffermare la sovranità territoriale del Comune sulle questioni di mobilità, di ambiente, di investimento che riguardano queste strutture? Impegni precisi, sia chiaro su: a) No al Canale Contorta e a qualsiasi altra strampalata idea di porto+sublagunare come paventato dal sig. Paolo Costa nei giorni scorsi e no all’ipotesi altrettanto disastrosa di portare la Stazione Marittima a Porto Marghera; b) la necessità di un intervento immediato per quanto riguarda i piani di sviluppo dell’Aeroporto con l’avvio di una discussione partecipata dai cittadini sui piani depositati dal Sig. Enrico Marchi.
2) Beni comuni: vi sono almeno due questioni su cui sarà chiamato a decidere il futuro Sindaco: Arsenale e Forte Marghera. Sia nel primo che nel secondo caso l’idea di “privatizzare” pezzi così importanti di Città deve essere fuori discussione. E allora: no alla Fondazione personale del Sig. Pierangelo Pettenò a Forte Marghera e sì invece a una vera Fondazione di Partecipazione (con i cittadini e le associazioni nei consigli di amministrazione, tanto per intenderci) sia per Forte Marghera che per l’Arsenale. Chi è d’accordo? E come si garantisce questo percorso?
3) Aziende Partecipate: riduzione del numero e profonda riorganizzazione del sistema delle partecipate comunali. Con due obiettivi chiari: devono essere più efficienti e meno costose ma restando pubbliche. Sappiamo quali sono i piani già pronti per alcune delle partecipate economicamente appetibili (vedi Veritas e il progetto di fusione con la multiutility HERA). Che farà il nuovo Sindaco? Tutelerà il bene pubblico o si piegherà alle sirene di qualche mercante? Sia chiaro: il nodo delle partecipate è molto delicato perché qualcuno – a partire dal presidente del Consiglio Renzi – sta seriamente pensando di lanciare una nuova ondata di privatizzazioni. Della serie: dopo aver venduto i palazzi adesso a Venezia ci vediamo anche le aziende che rendono? Su questo bisogna essere chiari. Da subito.
4) Bilancio comunale: il buco c’è ed è grosso. Come si porrà rimedio? Tagliando servizi essenziali o bloccando subito alcune operazioni quanto meno discutibili? Quattro per tutte: Il MOF+piscina a Porto Marghera – molto voluto da uno degli alleati (Bettin) di Casson; e il Palazzetto del Cinema al Lido (oltre all’impresa assegnataria dei lavori del “Palabuco”, chi avrebbe ancora interesse alla sua realizzazione?); la Vallenari bis e lo scavo del Marzenego in Riviera XX Settembre: operazioni già avviate dalla giunta Orsoni, vero: ma è meglio pagare una penale o perseverare nell’errore e continuare a spendere? Queste quattro operazioni hanno un valore minimo equivalente a 60 milioni, cioè più del buco attuale di bilancio per il 2015. Vogliamo parlarne?
Per ora ci fermiamo qui. Ma ci sembra già un buon test per misurare impegni e posizioni di chi si candida a governare Venezia per i prossimi cinque anni.
Un’ulteriore stagione all’insegna di interessi miopi e di demagogia conservatrice sarebbe fatale alla Città. Non possiamo permettercelo. Per questa ragione una verifica stringente sulle scelte ci sembra un’assoluta necessità.
Giampietro Pizzo per Venezia Cambia