La Nuova Venezia, 14 maggio 2015
di Mitia Chiarin e Roberta De Rossi
VENEZIA Il commissario Zappalorto si deve fermare e lasciare le decisioni ai nuovi amministratori. È corale la reazione dei candidati sindaco alle manovra di bilancio lacrime e sangue approntata dal commissario. «Servizi e disservizi pubblici non vanno fatti pagare ai cittadini: decisioni sul futuro della città devono essere adottate dalla nuova amministrazione». Felice Casson, candidato sindaco del centrosinistra, promette che se sarà lui a vincere rivedrà «questa proposta di bilancio commissariale alle radici, con il supporto del governo. Verranno salvaguardate le fasce deboli. Serve sì un riordino delle tariffeActv (oggi ben 300) verso il biglietto unico metropolitano, ma sono i visitatori chiamati a contribuire alla salvaguardia e ai costi della città, distribuendo ai cittadini parte dei vantaggi del turismo». «Si sta verificando ciò che avevamo presagito: si evita il predissesto grazie a misure tampone lacrime e sangue, che acuiscono i problemi», commenta il Luigi Brugnaro, «un’amministrazione dissennata negli anni ha messo la città in ginocchio: inaccettabili tagli e rincari che si riversano sui cittadini. La stangata sull’abbonamento Actv è emblematica. Urge un progetto strategico che permetta alla città di camminare con le proprie gambe o non c’è scampo».
Il candidato della Lega Gian Angelo Bellati batte cassa all’Europa: «I tecnici come il commissario sanno solo aumentare l’imposizione fiscale aggravando il costo per i cittadini. Venezia versa un terzo delle tasse a Roma, circa un miliardo di euro: il governo riduca il residuo fiscale che Venezia sta “donando”. Una città speciale ha diritto a cure speciali, aumenti e rincari non faranno che provocare ulteriore esodo e crisi. Se il governo non ascolterà ci rivolgeremo all’Europa: le norme europee ce lo consentono». «Sarebbe auspicabile che il commissario dichiarasse il dissesto», commenta il candidato 5 Stelle Davide Scano, «così interverrebbe la Corte dei Conti e per legge i vecchi amministratori diventerebbero ineleggibili per 10 anni. Gli aumenti sono ragionevoli solo a fronte di miglioramenti dei servizi, che qui non ci sono. Noi chiederemo sacrifici ha chi ha di più: i dirigenti, non i lavoratori».
«Tagliare ancora una volta i servizi di base ai bambini e alle famiglie è la cosa più odiosa. Lo stesso dicasi per l’aumento Actv: misure contro gli abitanti di Venezia», osserva Giampietro Pizzo (Venezia Cambia 2015), «propongo che tutti i candidati sindaco si incontrino per mettere a punto controproposte serie. Non possiamo lasciare al commissario le scelte sul futuro della città». «Sicuramente è un provvedimento che da sindaco di Venezia revocherei subito», dice anche la candidata della civica “Venezia Domani”, Francesca Zaccariotto. «Non è giusto che gli errori che derivano da una cattiva gestione del bilancio pubblico, ricadano sui veneziani. Occorre una strategia opposta: tagliando ogni singola spesa inutile e recuperando i crediti pendenti della pubblica amministrazione, anche con decreti ingiuntivi».
Contro gli aumenti Actv si schiera anche Camilla Seibezzi, candidata di “Noi la città”: «Inammissibile. Si stanno penalizzando i cittadini fino allo sfinimento. Ci vuole un profondo cambio di marcia e si deve toccare con mano il rispetto per chi vive, lavora e abita la città». Alessandro Busetto, candidato del Partito comunista dei lavoratori parla di “massacro sociale”: «I conti del Comune vanno aggiustati con la cancellazione unilaterale del debito comunale verso le banche e rifiuto del pagamento delle multe per lo sforamento del patto di stabilità». E il candidato-avvocato Mario D’Elia (Movimento autonomia Venezia libera) ha un consiglio per il commissario: «Faccia gli accertamenti e nel caso dichiari il dissesto o qualcuno, un domani, forse dovrà dar conto alla Corte dei Conti di eventuali danni erariali per omissione di atti d’ufficio dovuti. Da sindaco, taglierei gli sprechi chiudendo le partecipate e facendo tornare le loro funzioni negli assessorati».