Il controllo della holding che controlla VTP, costituita da Autorità Portuale e Veneto Sviluppo, è strategico tanto da attirare compagnie crocieristiche e operatori turchi con un’offerta da 24 milioni di euro. Ma la gran parte delle forze politiche concordano sull’evitare ingressi speculativi nel controllo della Venezia Terminal Passeggeri. Con l’eccezione, paradossale, di chi ritiene che quanto appare un investimento conveniente per operatori privati non debba esserlo per il Pubblico… e con l’imbarazzante silenzio del sindaco di Venezia.
Bene dunque se interviene il Pubblico a tutelare interessi generali così delicati, ma non basta! Servono chiare linee strategiche, disponibili per tutta la comunità territoriale, in grado di garantire parità di condizioni di accessibilità alle strutture portuali a ogni operatore. Il soggetto pubblico di governo del porto-crociere dovrà garantire lo sviluppo e la sostenibilità dei molteplici segmenti di offerta della crocieristica: da quella che per dimensioni e qualità può essere già compatibile con l’attuale Stazione Marittima a quella delle “grandi navi” e delle prossime “grandissime” che abbisogna invece di ben altre soluzioni (fuori dalla Laguna). Al riguardo, le autorità pubbliche non possono esimersi dalle loro responsabilità programmatorie: Regione, Autorità Portuale e Comune non possono cavarsela aspettando che sia il Ministero dell’Ambiente a sbrogliare la matassa delle valutazioni ambientali (anche dei progetti alternativi messi in campo dalla stessa Autorità Portuale, in modo opportunistico e senza alcuna prospettiva di lungo periodo !).
Restano poi da spiegare un paio di passaggi ancora oscuri. Perché l’Autorità Portuale mette in piedi la holding con Veneto Sviluppo spa e poco dopo ne vende la propria quota ? Perché Veneto Sviluppo va a mettersi in una posizione di assoluta minoranza nella holding quando prima poteva far valere assai meglio le proprie azioni di VTP ?
Resta fermo infine che una partecipazione pubblica in un’impresa non può limitarsi alle ragioni d’impresa (che pure vanno ben considerate), ma deve salvaguardare, nella gestione d’impresa, gli interessi generali: dunque, promozione senz’altro del lavoro (diretto e indiretto) ma nel quadro di un crocieristica economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibile. Sotto questa prospettiva si imporranno scelte importanti nella scelta dei soci e nelle politiche gestionali, evitando privilegi e assicurando massima trasparenza.
Giampietro Pizzo, Carlo Giacomini,
Marco Zanetti (ass. Venezia Cambia)