Sul fallito colpo di stato in Turchia

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Il fallito colpo di stato in Turchia apre ora una fase di grande incertezza in tutta la regione mediorientale: cosa accadrà alla comunità curda dentro e fuori i confini turchi? Quali saranno i rapporti con l’Europa a fronte della reazione durissima che si annuncia nei confronti degli oppositori?
E il ruolo della Turchia nella Nato potrà continuare a giustificare e coprire le nefandezze del governo di Erdogan?
Insomma, la condanna del golpe da parte di chi nutre sentimenti democratici non ci esime da un’analisi più attenta della situazione. Erdogan è stato certamente eletto democraticamente (del resto, molti dittatori nel ‘900 hanno vinto le elezioni, da Mussolini a Hitler) ma il suo regime non è affatto democratico: le prigioni sono zeppe di oppositori al regime e sugli ultimi attentati contro pacifici manifestanti ci sono inquietanti interrogativi sulla responsabilità del governo.
Nei prossimi mesi occorrerà vigilare e prodigarsi per far rispettare i diritti umani e politici. Un’Europa che voglia essere tale dovrà esercitare un ruolo politico importante nella regione mediorientale e nei confronti della Turchia. Per evitare la morte di altri innocenti e per evitare che l’instabilità politica si allarghi e colpisca pacifiche comunità destinate poi alla fuga e alla richiesta di asilo. Prevenire e curare in modo intelligente è il ruolo di un’Europa che si vuole civile.

Giampietro Pizzo

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