Leggo sulla Nuova Venezia il bilancio preconsuntivo 2016 del Casinò di Venezia.
I dati – scorporati tra le due sedi – sono a dir poco sconvolgenti: stento a crederci e spero in un errore… e potrebbe davvero esserci un errore, dati i calcoli sbagliati che ci sono (ahinoi!)
Lasciamo stare lo stato della (o delle) società nel suo complesso e concentriamoci sulla sede storica di Ca’ Vendramin Calergi.
Incassa 20 milioni (di cui 18 di gioco) e dopo il trasferimento delle quote di pertinenza del Comune di Venezia gliene restano 16.
Ma solo il personale costa oltre 13 milioni, mentre i costi diretti ammontano a ben 25 milioni. Una semplice addizione ci porta a 38 milioni di costi, circa il doppio dell’incasso e senza contare altri 5 milioni e mezzo di costi indiretti, che non mi sono chiari per nulla.
Cioè Ca’ Vendramin costerebbe più del doppio di quello che incassa e perderebbe oltre 50.000 euro al giorno… bisogna essere proprio bravi per gestire un casinò in questo modo.
Ma c’è una voce che è più scandalosa di tutte le altre, quella relativa all’ospitalità della clientela (6,5 milioni) e alle provvigioni per chi la clientela la procura (altri 2,5 milioni): su 18 milioni di incassi totali, ne vengono spesi 9 per omaggiate una parte della clientela (solo una parte, non tutta!). E’ inconcepibile. Stando a questi dati gli unici che ci guadagnano sono i cosiddetti “porteur” e i clienti che se se la spassano nei grandi alberghi a spese del casinò. Non oso immaginare quali potrebbero (uso il condizionale!) essere le inconfessabili motivazioni di queste spese assolutamente folli.
E la colpa è soprattutto della politica locale, inetta o peggio, senza fare sconti a nessuna delle ultime amministrazioni.
Così non può continuare e il bubbone è pronto per scoppiare.
Ora si parla di sistemare un po’ Ca’ Noghera, si parla dei terreni in zona aeroporto… e pensare che la soluzione per unificare tutto ci sarebbe stata e sarebbe stata validissima: il grande palazzo adiacente alla stazione ferroviaria di Venezia, oramai sede della Regione Veneto. Ma lì le cose avrebbero rischiato di andare per il verso giusto… e questo il “sistema” non lo può mica permettere!
Dario De Toffoli
Aggiunta del 6 aprile
E’ stato fatto notare che i costi diretti includerebbero il costo del personale. Bene, si può tirare un mezzo sospiro di sollievo. Resta il fatto che sommando diretti e indiretti (che, ripeto, non mi son chiari per nulla) si arriva a quasi il doppio dei ricavi, il che conferma una forte perdita di Ca’ Vendramin Calergi. Ma soprattutto resta il macigno dei 9 milioni sperperati a favore di una parte della clientela su un incasso totale di 18 milioni.