Evitare subito che il “Cappio” di Tessera strangoli le persone e il territorio.

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da SKYtg24

SOLIDARIETÀ ALLE POPOLAZIONI DELL’EMILIA ROMAGNA COLPITE DALL’ALLUVIONE.

 

Evitare subito che il “Cappio” di Tessera strangoli le persone e il territorio. 

Dolorosa, oltre misura, è la lezione che viene dalle inondazioni in Emilia-Romagna: un territorio devastato e più di dieci morti. Miliardi di euro di danni, vite rovinate in poche ore. 

Questo è il tragico e ancora provvisorio bilancio di un clima ormai impazzito. 

A Venezia, nel novembre 2019, abbiamo sperimentato sulla nostra pelle cosa voglia dire la forza inarrestabile della natura. 

Di fronte a tutto questo non possiamo più fare finta di nulla: nessuno può più permettersi di fare lo struzzo: non lo possono fare i cittadini comuni, ma soprattutto non lo possono fare i politici e i dirigenti, a Roma come a Venezia. 

E invece il paradosso è che stiamo andando dritti dritti verso nuove tragedie e nuovi disastri. 

Non è allarmismo: è semplice logica. 

Tutta la zona di Tessera è zona ad altissimo rischio idrogeologico: è parte sensibile della gronda lagunare. Bastano piogge un po’ più intense e quell’area riceve enormi quantità d’acqua. 

Ma che cosa fanno lo Stato, RFI e SAVE? Queste istituzioni, sia pubbliche che private, progettano e autorizzano la prossima costruzione di un collegamento ferroviario sotterraneo in quell’area ad altissimo rischio idrogeologico. Sia chiaro: abbiamo bisogno di un moderno collegamento ferroviario con l’aeroporto Marco Polo. Abbiamo bisogno di un tracciato in superficie, non sotterraneo! Certo, costerebbe molto meno di quello che SAVE e RFI hanno progettato – e qualcuno potrebbe, con una soluzione più economica, guadagnare molto meno di quanto ha sinora immaginato. 

Il progetto del cosiddetto “cappio ferroviario” è stato già approvato e finanziato. Dunque, dicono i burocrati, va realizzato. Va realizzato, anche se l’opera potrà, non appena realizzata, essere quasi sicuramente inondata; va realizzato, nonostante questa infrastruttura peggiorerà enormemente la sostenibilità ambientale, cioè la capacità di drenaggio di quell’area. 

Qualcuno li vuole bloccare, prima che sia troppo tardi? Qualcuno vuole, oggi non domani, evitare calamità e morti? 

Riconoscere gli errori e avere visione: questo vuol dire fare seriamente politica. 

Siamo ancora in tempo. Non lasciamo che procedure e burocrati decidano sopra le nostre teste. 

L’idiozia del profitto scriteriato ha già fatto anche troppi danni, facciamo in modo che ottusità e insipienza non amplifichino ancor più scenari di crisi ambientale già molto gravi.  

La prima responsabilità nella tutela della vita dei cittadini spetta ai sindaci: dal sindaco di Venezia aspettiamo un primo e doveroso segnale di intervento.

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