MoSE • sull’incidente all’ultimo cassone di Chioggia del MoSE

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VENEZIA CAMBIA • 2 SETTEMBRE 2015


Secondo il Consorzio Venezia Nuova la lesione all’ultimo cassone del MoSE, in Bocca di porto di Chioggia, non è grave (se non è grave una spesa di riparazione stimata per ora a 12 milioni di euro !), ma sicuramente è grave che la notizia sia venuta fuori con tanto ritardo e solo grazie ad un giornale locale.

 

Da quanto si può comprendere dalle scarne notizie diffuse, e sulla base delle tavole di progetto note, l’incidente di cantiere sarebbe dovuto ad una sovrapressione durante la gettata dello strato di appoggio sulla parete inferiore del cassone (tra cassone e fondo della trincea su cui viene appoggiato), fino a lesionarlo, tanto da sfondare la parete del cassone e far allagare due vani adiacenti). Ed è appena il caso di ricordare l’esigenza di assoluta regolarità e perfezione del piano di appoggio dei cassoni[1].

 

Non può dunque non preoccupare che sia successo un guasto del genere. Certo gli errori umani son sempre possibili, ma di che errore esattamente si è trattato ? o di quale catena di errori si è trattato ?

E, più in generale, quali sono i controlli e i controllori sui lavori in corso ?

In questo caso l’allagamento ha immediatamente evidenziato il “difetto”, ma qualche errore del genere in forma più lieve non può essere occorso anche nella posa degli altri cassoni ?

E dunque, quali controlli di qualità sono in atto ? Sia sulle opere edili che su quelle elettromeccaniche ? E quali sono i monitoraggi in corso sul contesto ambientale ?

 

E’ grave che i Commissari pensino di poter minimizzare quanto accaduto all’ultimo cassone dell’ultima barriera messa in opera !

 

Occorre sia reso pubblico cosa esattamente è avvenuto e per quale motivo o motivi.

Occorre sapere se il sistema dei controlli di qualità eseguiti su tutti gli altri cassoni può veramente tranquillizzarci.

Occorre trasparenza sulle soluzioni alternative prospettate per rimediare al danno verificatosi (riparazione o sostituzione ?) e sul procedimento di scelta della misura più opportuna da prendere.

 

L’incidente occorso evidenzia comunque un altro problema: quello delle verifiche terze sulla realizzazione del progetto MoSE, originariamente in capo al “defunto” Magistrato alle Acque con il suo stesso “concessionario” e con ISPRA cui si è aggiunta di recente la Regione Veneto[2]. Un sistema articolato che manca di chiarezza. di responsabilità precise e a quanto pare di risultati concretamente disponibili.

 

E infine, quanto accaduto indica pure l’urgenza della questione che il riguarda il futuro ma che è tempo di affrontare oggi: occorre prepararsi con strutture tecniche qualificate istituzionali cui affidare la prossima gestione del sistema MoSE !

[1] Qualsiasi cedimento differenziale rischia di costituire fattore di ulteriori deformazioni nel tempo e a fronte delle enormi spinte alternate di carico e di sollevamento, col rischio che una volta sollevate le paratoie, i bordi di quelle fissate su cassoni diversi non siano più perfettamente paralleli, rischiando di toccarsi fino addirittura a bloccarsi reciprocamente. Inoltre l’assoluta planarità e orizzontalità del basamento dell’intera barriera è la condizione per la perfetta tenuta idraulica delle guarnizioni dei giunti tra i cassoni; se l’allineamento ha anche solo una flessione oltre la misura di tolleranza) potrebbe venir meno la tenuta idraulica della galleria, con notevoli difficoltà a porvi rimedio (uno dei due giunti non è mantenibile né sostituibile). Inoltre la integrità delle pareti dei cassoni ha anche la finalità di minimizzare la filtrazione di metano dalle acque metanifere del fondale lagunare all’interno della galleria, fenomeno inevitabile. Per questo le gallerie sono condannate ad una eterna continua ventilazione artificiale, per espressa prescrizione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, onde evitare il pericolo di esplosione.

 

[2] Delibera della Giunta Regionale 33/2013 con la quale una serie di controlli e monitoraggi sono stati incardinati su strutture regionali (su proposta dell’assessore Chisso).

[1] Qualsiasi cedimento differenziale rischia di costituire fattore di ulteriori deformazioni nel tempo e a fronte delle enormi spinte alternate di carico e di sollevamento, col rischio che una volta sollevate le paratoie, i bordi di quelle fissate su cassoni diversi non siano più perfettamente paralleli, rischiando di toccarsi fino addirittura a bloccarsi reciprocamente. Inoltre l’assoluta planarità e orizzontalità del basamento dell’intera barriera è la condizione per la perfetta tenuta idraulica delle guarnizioni dei giunti tra i cassoni; se l’allineamento ha anche solo una flessione oltre la misura di tolleranza) potrebbe venir meno la tenuta idraulica della galleria, con notevoli difficoltà a porvi rimedio (uno dei due giunti non è mantenibile né sostituibile). Inoltre la integrità delle pareti dei cassoni ha anche la finalità di minimizzare la filtrazione di metano dalle acque metanifere del fondale lagunare all’interno della galleria, fenomeno inevitabile. Per questo le gallerie sono condannate ad una eterna continua ventilazione artificiale, per espressa prescrizione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, onde evitare il pericolo di esplosione.

 

[1] Delibera della Giunta Regionale 33/2013 con la quale una serie di controlli e monitoraggi sono stati incardinati su strutture regionali (su proposta dell’assessore Chisso).

MOSE – VeneziaCambia – articolo La Nuova Venezia – 2 settembre 2015