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26 ottobre 2024 • Corriere del Veneto


26 ottobre 2024 • La Nuova Venezia


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23 settembre 2024 • La Nuova Venezia


24 agosto 2024 • Corriere del Veneto


3 agosto 2024 • Il Fatto Quotidiano.it

Venezia, chi deve decidere? Per me le scelte politiche vanno osteggiate, se insostenibili.

di Maurizio Malo

Chi è giusto che decida per Venezia? Il principio democratico e il principio autonomistico (artt. 1 e 5, Cost.) conducono naturalmente a preferire organi eletti, rappresentativi della comunità, al fine di assumere le decisioni per il presente e per il futuro del Centro storico, della Laguna, dei Lidi e dell’immediato entroterra lagunare.

Ci si può chiedere però se qualsiasi decisione presa dagli organi comunali vada accettata, in quanto espressione della volontà popolare (della maggioranza). Non è ozioso rammentare in proposito che dal 1987 l’intera area lagunare veneziana, compreso l’entroterra (come area di rispetto: buffer zone), è sito Unesco: qualificazione – questa – che è data non per attribuire ad un bene un particolare marchio turistico (come invece più di qualcuno pensa); bensì per certificare il massimo valore del bene, meritevole di essere parte del patrimonio culturale d’interesse mondiale.

Pertanto, se le decisioni sono pregiudizievoli per il bene avente natura così preziosa, esse vanno comunque osteggiate, ancorché assunte dagli organi rappresentativi della comunità: la discrezionalità politica non è illimitata; i limiti sono maggiori se il valore del bene è massimo, in quanto si impongono a chiunque (istituzioni in primis) le più attente, le più acute azioni di conservazione e valorizzazione del bene stesso.
L’aspetto fondamentale per Venezia e la sua Laguna, come sito Unesco, è 
il mantenimento e lo sviluppo della sua dimensione d’acqua. Nel tempo presente, della modernità tutta votata al cemento, all’asfalto, alla velocità e al gigantismo, risulta tanto più difficile difendere e diffondere la vita vissuta sull’acqua, tra i canali e le barene: vita più lenta, più riflessiva, più misurata, per ciò stesso demonizzata dagli aziendalisti rampanti.

Non sorprende quindi che le rappresentanze politiche locali siano state sedotte dal modello di sviluppo dominante, e abbiano così portato in Laguna proprio quella modernità insensibile e incurante della speciale natura del luogo, e non abbiano invece agito in modo esattamente opposto, cioè volto alla tutela, alla valorizzazione e alla espansione verso l’entroterra della dimensione d’acqua, come impongono i principi giuridici fondamentali (art. 9, Cost.; Convenzione internazionale di Parigi, del 1972, sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale).

Simboli della penetrazione “modernista” in Laguna, della seconda metà del ‘900 e di questi primi 24 anni del XXI secolo, sono: (a) l’orribile isola artificiale del Tronchetto, in pieno centro storico, coperta di sconfortanti edifici per il ricovero di automobili; altri edifici, simili a capannoni industriali, per attività d’ufficio e servizi; e ora ulteriori edifici (in costruzione) per fugaci pernottamenti di turisti ignari (“dal torpedone alla camera da letto e ritorno”: è la “comodità” di questa nuova appendice del centro storico); (b) l’aeroporto Marco Polo che è ormai vasto (comprese le piste) quasi quanto il centro storico veneziano e che è destinato a diventare ancora più vasto, posizionato in un’area della Laguna nord di pregio paesaggistico elevatissimo, tra il parco archeologico di Altino e l’isola di Torcello, emblema della “Venezia più antica”.

All’opposto, le azioni coerenti con la dimensione d’acqua dell’area, da valorizzare ed espandere, sono state rare, circoscritte e comunque “eroiche” a fronte dell’indirizzo politico illegittimo (del tutto incoerente con i principi giuridici fondamentali) ma assolutamente dominante: giusta ed eroica in particolare la decisione di riportare alla luce un tratto del canale interrato negli anni ’50 del secolo scorso (“rio delle Muneghe”) in pieno centro a Mestre, liberando pure le vie laterali dal traffico automobilistico, secondo la cultura e la tradizione urbanistica di stampo veneziano. Si può osservare che iniziative del genere “partono dal basso, dai cittadini impegnati in una ricostruzione culturale del rapporto con le vie d’acqua urbane” (cfr. Colio e Tonello, Ilfiumemarzenego.it).

In altre parole, è proprio la comunità locale a volere le opportune e corrette decisioni di sviluppo che spesso invece i governi locali tradiscono” in nome di uno sviluppo lucrativo ma privo di rispetto per il luogo e perciò illogico e insostenibile. In generale, andrebbe introdotta una disciplina volta a rendere obbligatoria la consultazione popolare prima di compiere scelte di notevole impatto. Con siffatta consultazione (non vincolante, ma obbligatoria) probabilmente sarebbe stato scongiurato, mediante un supplemento di riflessione, il taglio nottetempo degli storici e frondosi pini marittimi, parte dei quali tutelati come bene paesaggistico, al Lido di Venezia, per fare spazio ad un edificio che poi non venne mai realizzato, tanto che qualche anno fa sono stati ripiantati pini marittimi, ma fragili e asfittici.

La corruzione, il malaffare, gli interessi privati in atti d’ufficio, l’arroganza del potere, sono (ahinoi) piaga diffusa e purtroppo endemica nella gestione della cosa pubblica, non solo a Venezia. Poi, le grandi opere (Mose, lottizzazioni per ulteriori edifici “fuori misura” a Mestre, uno stadio calcistico in una delle ultime aree ancora verdi della gronda lagunare, e via dicendo) sono, in effetti, idonee ad incrementare i margini della corruzione, dei favori, delle tangenti: sono sirene potenti. La città d’acqua, le isole, la circolazione nei canali, la destinazione d’uso degli immobili, l’offerta turistica sembrano lasciate in balia di una sostanziale deregulation e dei diktat di lobby di categoria, a fini predatori.

Non sorprende – ripeto – che in costanza di tali prassi e di tali pressioni le rappresentanze politiche locali possano essere fuorviate, traviate, allontanate dal giusto cammino decisionale (tanto più se sembrano non avere sufficiente consapevolezza del loro delicatissimo ruolo che consiste nel trovare le soluzioni migliori per portare a Venezia e in Laguna “vita autentica” – non la vita effimera di un luna park – salvaguardando però il valore culturale che proprio a Venezia può dirsi supremo e idealmente onnicomprensivo come sta a simboleggiare la Biennale d’arte, e che quindi impedisce anche solo di pensare di poter vendere o svendere preziosissimi dipinti della collezione d’arte moderna internazionale di proprietà del Comune, o famosissimi e favolosi palazzi in Canal Grande, sedi degli organi dell’ente regionale, o intere isole della Laguna). Sorprende invece che le organizzazioni di controllo, le organizzazioni tecniche di alto profilo professionale, espressamente preposte per impedire ogni azione lesiva del patrimonio culturale, del paesaggio, dei beni ambientali, in violazione dei principi giuridici supremi (soprintendenze ministeriali, la stessa Unesco e pure la Commissione per la salvaguardia di Venezia, almeno per una parte dei suoi componenti), appaiano come afone”: più che strutture vigili e pronte alla salvaguardia del patrimonio culturale, si ha l’impressione che siano “celesti osservatori” dello sfacelo.

Probabilmente, oltre ad una rappresentanza politica rinnovata, decisamente più consapevole del suo particolare ruolo (responsabile e inflessibile nell’amministrare in stretta aderenza ai principi giuridici supremi un’area unica al mondo, patrimonio culturale e ambientale dell’umanità), ci sarebbe bisogno pure di un sistema organizzativo di controllo più incisivo e “indipendente” rispetto agli organi di indirizzo politico.

Venezia, chi deve decidere? Per me le scelte politiche vanno osteggiate, se insostenibili – Il Fatto Quotidiano


5 marzo 2024 • Il POST

Le navi nella laguna di Venezia sono anche un problema ambientale

Soprattutto quelle grandi, perché provocano onde che contribuiscono all’erosione e per farle passare bisogna scavare il fondale

di Laura Fasani

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Un’immagine satellitare della laguna (M. Justin Wilkinson, Jacobs at NASA-JSC.)
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Chi conosce bene la laguna di Venezia dice che per farsi un’idea dell’impatto degli interventi umani bisogna concentrarsi innanzitutto sulla zona centrale. «Nel tempo è diventata quasi un braccio di mare grazie a tutte le opere fatte per permettere alle navi di passare», dice Tommaso Cacciari, portavoce del comitato No Grandi Navi, il gruppo che dal 2012 si oppone alla loro presenza nella laguna. Da anni si parla delle conseguenze del traffico navale su Venezia, ma finora non è stata trovata una soluzione definitiva in grado di far coesistere le esigenze di due settori fondamentali per la città – il turismo e l’industria – con l’ecosistema della laguna.

Con un’area di 550 chilometri quadrati, la laguna di Venezia è il più grande “ambiente umido” del Mediterraneo, cioè caratterizzato dalla compresenza di terreno e acqua (come possono essere i laghi, i fiumi e le paludi). La zona ha una notevole biodiversità ed è inserita nella rete Natura 2000 dell’Unione Europea, un sistema che tutela gli habitat e le specie animali e vegetali rari o minacciati all’interno degli Stati membri. Lo spazio separato dal mare Adriatico da strisce di terra (lidi e litorali) è caratterizzato essenzialmente da tre elementi naturalistici: le barene, che sono bassi isolotti ricoperti da vegetazione, i canali e i “bassofondali”, aree di terra quasi sempre sommerse. Questi tre elementi costituiscono la morfologia della laguna, cioè come è fatta, e vengono studiati per capire come vivono le specie che li abitano e come evolve il sistema lagunare veneziano, che storicamente è il risultato sia di fenomeni naturali sia di interventi dell’uomo. Non sono quindi strutture immutabili, anzi: interagiscono fra loro e studi scientifici hanno osservato cambiamenti anche profondi nel tempo.

La laguna ha una profondità variabile, che nei decenni è aumentata come conseguenza di una vasta erosione, soprattutto nell’area centro-meridionale. Qui, secondo gli esperti, gli effetti di fenomeni naturali sono stati esacerbati dalle opere realizzate dai veneziani negli ultimi secoli. Tra queste ci sono anche i grandi canali per la navigazione: è solo attraverso questi fossati infatti che le imbarcazioni di grandi dimensioni, sia da crociera sia quelle merci, possono navigare, comunque con difficoltà. Nel 2019 una nave da carico si arenò nella parte orientale della laguna, vicino a Chioggia.

Per questa ragione il progetto che prevede di riportare nel 2027 alcune navi da crociera di media dimensione alla stazione Marittima, il porto passeggeri della città, sta di nuovo allarmando i gruppi ambientalisti. Temono che il passaggio frequente delle navi possa ulteriormente aggravare la situazione della laguna centrale, che oltre a essere erosa è anche inquinata in alcuni punti dalle industrie di Marghera, la località sulla terraferma a ovest del centro storico di Venezia conosciuta per essere un importante polo industriale e porto commerciale.

«La laguna di Venezia non è il luogo ideale per grandi imbarcazioni: le navi hanno una forma costruita per navigare in mare aperto, in grandi fondali» dice Luca Zaggia, ricercatore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Zaggia fa parte di un gruppo di ricerca che nel 2019 pubblicò sulla rivista Scientific Reports uno studio sugli effetti delle onde generate dalle navi nella laguna veneziana. Lo studio ha rilevato che il movimento delle navi nei canali delimitati da fondali bassi può provocare onde solitarie molto elevate. Queste onde si propagano verso i lati, erodendo così sia i margini sia il fondale circostante, «fino a circa un chilometro di distanza», spiega Zaggia. L’effetto è simile a un mini tsunami: l’onda solleva una gran quantità di sedimenti dal fondo, lasciandoli in parte sospesi prima che le maree li buttino fuori dalla laguna. «Ogni volta che la laguna si abbassa di un millimetro si perdono migliaia di metri cubi di sedimenti. Questa perdita si aggiunge al grave deficit sedimentario della laguna centrale dovuto alla mancanza di apporti dai fiumi, deviati secoli fa dai veneziani», dice Zaggia.

I ricercatori hanno calcolato che dagli anni Settanta al Duemila circa l’80% della superficie del bacino lagunare centrale ha subito tassi di erosione elevati o moderati, rendendola «l’area più instabile della laguna». Finora buona parte degli studi ha ricondotto questa erosione all’apertura del Malamocco-Marghera alla fine degli anni Sessanta, un canale che inizia dalla bocca di porto di Malamocco, a sud del Lido e del centro storico di Venezia, e arriva alla zona industriale di Marghera. È da qui che entrano in laguna le navi commerciali e dal primo agosto del 2021 anche le navi da crociera da più di 25mila tonnellate di stazza lorda, dopo che un decreto-legge ne ha vietato l’accesso nel bacino e canale di San Marco e nel canale della Giudecca. Queste navi adesso devono attraccare in alcuni porti temporanei nella zona di Marghera e a Chioggia.

Il commissario straordinario delle crociere, nominato con lo stesso decreto nel 2021, vorrebbe riportare quelle di media dimensione (tra le 50mila e 65mila tonnellate, lunghe dai 230 ai 280 metri) fino alla Marittima, che è vicina al centro storico, passando dal Malamocco-Marghera e costeggiando la zona industriale. Da lì dovrebbero girare poi verso il Vittorio Emanuele III, un canale parallelo al ponte della Libertà scavato per la prima volta negli anni Venti del Novecento per collegare Venezia a Marghera e poi fondamentalmente dismesso alla fine degli anni Sessanta. Entrambi i canali dovranno essere sottoposti a lavori di manutenzione e di scavo per consentire le manovre delle navi in sicurezza.

– Leggi anche: La più grande nave da crociera del mondo non ha risolto i problemi di emissioni

Zaggia e altri esperti dell’università di Padova sostengono però che lo scavo del canale e il traffico navale non siano le uniche cause umane dell’erosione del bacino centrale della laguna. Potrebbero avere contribuito anche alcune strutture, chiamate “moli foranei” o “guardiani”, costruite già nell’Ottocento ai lati delle bocche di porto – le aperture della laguna verso il mare Adriatico – per renderle più stabili e al contempo impedire l’ingresso eccessivo di sabbia dal mare, che altrimenti avrebbe ostacolato la navigazione. È stato osservato come il vento di bora, tipico dell’area, sposti lungo i litorali grandi quantità di sedimenti più fini. Se non fossero deviati al largo dai guardiani potrebbero quindi entrare nella laguna, controbilanciando almeno parzialmente la perdita costante dei sedimenti dovuta al movimento inverso, cioè al vento (e alle navi) che dentro la laguna provoca onde che spingono i sedimenti dei fondali verso il mare aperto. «Andrebbero fatti altri studi per capire se l’erosione è il risultato anche di questo intervento precedente alla costruzione del canale Malamocco-Marghera» dice Zaggia.

C’è però un altro aspetto che preoccupa i comitati ambientalisti. A ottobre del 2023 è uscita una ricerca delle università di Padova e di Ca’ Foscari a Venezia, che ha esaminato gli effetti sulle vongole – molto presenti nella laguna – dell’esposizione a sedimenti campionati in diversi punti sul fondo del canale Vittorio Emanuele III. Le analisi hanno rilevato alte concentrazioni di sostanze contaminanti e cancerogene come metalli pesanti, diossine e policlorobifenili (PCB), fino a 120 volte superiori alle soglie di controllo. Per Tomaso Patarnello, tra gli autori della ricerca e professore del dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione di Padova, «non è sorprendente trovare questo tipo di inquinanti, vista la storia industriale di Marghera. I risultati dello studio ci devono però rendere consapevoli che quei fanghi vanno gestiti in modo adeguato».

Serviranno altre analisi per capire quanto e fino a quale profondità il Vittorio Emanuele III sia inquinato. Quelle svolte dai ricercatori hanno comunque permesso di individuare un’alterazione nei geni delle vongole e l’aumento di microrganismi potenzialmente patogeni. Di conseguenza, spiega Patarnello, andrebbero chiarite due cose: la prima è quali potenziali effetti negativi potrebbero avere i sedimenti scavati su altre specie animali in ambienti diversi, se quei sedimenti dovessero essere utilizzati per realizzare nuove barene (isolotti) artificiali; la seconda, quali tecniche vadano utilizzate per ridurre al minimo la dispersione dei sedimenti durante le operazioni di scavo. «Queste tecniche esistono già. È ovvio però che non parliamo di un’attività a rischio zero» dice Patarnello. «Si può agire su quei sedimenti, ma il costo ambientale non va messo in secondo piano». Per valutare lo stato delle aree della laguna su cui si dovrà intervenire per le opere previste dalla struttura commissariale è già stata bandita una gara da circa tre milioni di euro per affidare specifiche indagini ambientali.

Alcune misure per mitigare l’impatto delle navi sulla morfologia della laguna vennero già indicate dalla ricerca uscita nel 2019. Le ha riprese anche uno studio più recente commissionato dall’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale per trovare soluzioni sostenibili per la navigazione verso i porti di Venezia e Chioggia. Channeling the Green Deal for Venice, questo il nome del progetto, ha valutato i possibili impatti sul Malamocco-Marghera: sarebbe possibile ridurre lo stress sul canale diminuendo, tra le altre cose, la velocità fino a 8 nodi (circa 15 chilometri all’ora) e rinforzando i lati del canale con barene artificiali.

Il presidente dell’Autorità portuale Fulvio Lino Di Blasio, che è anche il commissario straordinario delle crociere, ha parlato di modifiche minime, che «permetterebbero di triplicare l’operatività della principale via d’accesso al porto di Venezia, di migliorare la sicurezza e di abbattere del 50% i fenomeni di erosione». Per l’associazione Venezia Cambia e il comitato No Grandi Navi sono però «interventi faraonici», che coinvolgono anche altri progetti dell’Autorità portuale, per esempio quello dedicato alle casse di colmata (isole artificiali realizzate con materiale di scavo) del Malamocco-Marghera, che è stato oggetto di diversi esposti delle associazioni ambientaliste.

Per Giovanni Andrea Martini, consigliere comunale di Venezia nella lista civica Tutta la città insieme, «l’ipotesi di scavare il Malamocco-Marghera e il Vittorio Emanuele III è comunque pericolosa e perdente. In pratica, è come vedere rientrare dalla porta sul retro quello che è uscito dalla porta principale con il decreto del 2021, con tutti i rischi del caso su una laguna già compromessa. Oltretutto, sbarcare in zona industriale nel frattempo non è proprio l’esperienza turistica più appagante che si possa immaginare». Venezia, sostiene Martini, dovrebbe puntare su un turismo crocieristico più «di qualità, con navi più piccole e all’avanguardia per gli standard di sostenibilità». Secondo Marco Zanetti, portavoce dell’associazione Venezia Cambia, e Tommaso Cacciari del comitato No Grandi Navi, continuare a portare navi da crociera dentro la laguna è anacronistico, se si considera la tendenza «al gigantismo di quel tipo di navi, tanto che i porti moderni ormai si allargano all’esterno, non dentro le baie».

Al momento, il concorso di idee bandito nel 2021 per raccogliere proposte per realizzare un porto off shore, quindi fuori dalla laguna, è fermo per una serie di ricorsi amministrativi e non si sa se e quando verrà ripreso.


16 gennaio 2024 • La Nuova Venezia


7 gennaio 2024 • TGr del Veneto

Edizione del 07/01/2024 – 19:30 – TGR Veneto (rainews.it)

dal minuto 7,10

 

 


21 settembre 2023 • Corriere del Veneto


21 settembre 2023 • Il Gazzettino


21 settembre 2023 • La Nuova Venezia


5 settembre 2023 • La Nuova Venezia


21 agosto 2023 • La Nuova Venezia


1 agosto 2023 • La Nuova Venezia


19 maggio 2023 • La Nuova Venezia


26 gennaio 2023 • Corriere del Veneto


23 novembre 2022 • Il Gazzettino


20 aprile 2022 • La Nuova Venezia


20 marzo 2022 • La Nuova Venezia


11 febbraio 2022 • Il Gazzettino


9 febbraio 2022 • La Nuova Venezia

Nuova.2022.02.09


7 febbraio 2022 • Ytali

ytali. – Alcuni chiarimenti sul Protocollo Arsenale


6 febbraio 2022 • La Nuova Venezia

La protesta a Venezia: “L’Arsenale deve restare alla città” – La nuova Venezia (gelocal.it)


6 febbraio 2022 • Il Gazzettino

Venezia, manifestazione per l’Arsenale Video (ilgazzettino.it)


6 febbraio 2022 • Venezia today

https://www.veneziatoday.it/cronaca/manifestazione-contro-protocollo-arsenale-oggi-domenica-6-febbraio.html


4 febbraio 2022 • La Nuova Venezia

Fanghi delle Tresse sotto la lente ANAC


30 gennaio 2022 • Corriere del Veneto


30 gennaio 2022 • Il Gazzettino


30 gennaio 2022 • La Nuova Venezia

 

 


28 novembre 2021 • La Nuova Venezia


12 settembre 2021 • La Nuova Venezia


25 agosto 2021 • Ytali

Sogni – o incubi? – d’un’estate veneziana

MARCO ZANETTI                                              25 Agosto 2021

Sogni – o incubi? – d’un’estate veneziana

 


4 agosto 2021 • Belluno Press

https://www.bellunopress.it/2021/08/04/come-salvare-venezia-dalle-navi-troppo-grandi-soluzioni-amministrative-e-soluzioni-legislative-di-marco-zanetti/#respond


18 luglio 2021 • La Nuova Venezia


21 maggio 2021 • il Fatto Quotidiano


9 aprile 2021 • Antenna 3


9 aprile 2021 • Il Gazzettino

 


9 aprile 2021 • Corriere del Veneto


9 aprile 2021 • La Nuova Venezia


14 marzo 2021 • La Nuova Venezia


8  gennaio 2021 • VENEZIATODAY


8  gennaio 2021 • LA NUOVA VENEZIA


22  dicembre 2020 • VENEZIATODAY

   

   

 


20  dicembre 2020 • Il Gazzettino

 


19  dicembre 2020 • La Nuova Venezia


14  dicembre 2020 • La Nuova Venezia


13  dicembre 2020 • Veneziatoday

Venezia today 13.12.20


13  dicembre 2020 • Corriere del Veneto


21  novembre 2020 • Corriere del Veneto


21  novembre 2020 • La Nuova Venezia


21  novembre 2020 • Il Gazzettino


24  ottobre 2020 • Il Gazzettino


18  ottobre 2020 • Corriere del Veneto


18  ottobre 2020 • La Nuova Venezia


18  ottobre 2020 • Il Gazzettino


19  settembre 2020 • La Nuova Venezia


26  agosto 2020 • Corriere del Veneto


11  agosto 2020 • Il Gazzettino

Esposto per pali in laguna_il Gazzettino 11.8.20

 


26  luglio 2020 • Il Gazzettino


26  luglio 2020 • Corriere del Veneto


26  luglio 2020 • La Nuova Venezia


28  giugno 2020 • La Nuova Venezia


27  giugno 2020 • Luminosi Giorni

luminosigiorni.it-Sviluppo e conservazione adelante con juicio


17  giugno 2020 • Il Gazzettino


16  giugno 2020 • La Nuova Venezia


14  giugno 2020 • La Nuova Venezia


14  giugno 2020 • Il Gazzettino


14  giugno 2020 • Corriere del Veneto


28  maggio 2020 • Corriere del Veneto

Baretta_ben venga il polo civico_Corriere


27  maggio 2020 • La Nuova Venezia

Un Polo civico unitario_La Nuova


26  maggio 2020 • Corriere del Veneto


26  maggio 2020 • Il Gazzettino


26  maggio 2020 • Veneziatoday

https://www.veneziatoday.it/politica/nuovo-polo-civico-amministrative-2020-venezia.html


21 maggio 2020 • La Nuova Venezia


4 marzo 2020 • Corriere del Veneto


4 marzo 2020 • Il Gazzettino


18 gennaio 2020 • Il Gazzettino


18 dicembre 2019 • La Nuova Venezia

Isola dell Tresse_La Nuova


18 dicembre 2019 • Corriere del Veneto

Isola dell Tresse_Corriere


15 dicembre 2019 • Corriere del Veneto

 

 


15 dicembre 2019 • Corriere del Veneto

 

 


14 dicembre 2019 • La Nuova Venezia

 


17 ottobre 2019 • La Nuova Venezia


16 settembre 2019 • Il Gazzettino

Gazzettino.2019.09.16 respinto ricorso su Canale Giudecca


12 luglio 2019 • Il Gazzettino


4 luglio 2019 • Ytali

Se il mercato divora il bello di una città


4 giugno 2019 • La Nuova Venezia

Grandi Navi e Laguna


30 maggio 2019 • La Nuova Venezia


1 maggio 2019 • La Nuova Venezia


21 aprile 2019 • La Nuova Venezia


5 aprile 2019 • Il Gazzettino

Grandi navi_Se la politica ignora le leggi

Sulla crocieristica le leggi sono chiare


Inverno-Primavera 2019 •

ABITARE IL MARE di Sandro Castagna

abitare il mare

abitare il mare_1


15 marzo 2019 • Il Gazzettino


8 marzo 2019 • 

Per una Venezia _plastic free_ con palificazioni in legno a lunga durabilità nei canali


8 febbraio 2019 • La Nuova Venezia

8 febbraio 2019 • Il Gazzettino

ZANETTI AL SINDACO_LA N.

ZANETTI AL SINDACO_IL G.


17 gennaio 2019 • La Nuova Venezia

 


9 dicembre 2018 • Corriere del Veneto

Primi canali con le bricole in plastica


5 dicembre 2018 • La Nuova Venezia


 21 ottobre 2018 • La Nuova Venezia

Bonifiche e un progetto per combattere Veniceland – di Sandro Castagna

Bonifiche e un progetto per combattere Veniceland


14 ottobre 2018 • Corriere del Veneto

Canale dei petroli- Associazioni contro le palancole

Ecoistituto del Veneto, Italia Nostra, Lipu, Venezia Cambia


 30 agosto 2018 • Il Gazzettino

Moto ondoso – Agire subito coralmente


18 luglio 2018 • La Nuova Venezia


18 luglio 2018 • La Nuova Venezia


24 giugno 2018 • Il Gazzettino

Come abbellire le opere del MOSE


13 maggio 2018 • Corriere del Veneto

Gasometri, il futuro pensiamolo insieme


4 maggio 2018 • La Nuova Venezia

Stop spazi pubblici gratis. Le associazioni protestano


11 aprile 2018 • La Nuova Venezia

Demanio portuale

(Nella sezione materiali ampia documentazione sul tema)


14 marzo 2018 • La Nuova Venezia

14 marzo 2018 • Il Gazzettino


25 febbraio 2018 • Corriere del Veneto

25 febbraio 2018 • Il Gazzettino

 

Corriere …e l’ultimo veneziano andrà via nel 2059

Gazzettino Venezia si svuota_Associazioni in campo


5 febbraio 2018 • La Nuova Venezia

Palasport a Marghera


16 gennaio 2018 • La Nuova Venezia

Nuova.2018.01.16.Venezia in Parlamento


15 gennaio 2018 • La Nuova Venezia

La bufera sui pili. Pressing delle associazioni.


 20 dicembre 2017 • Il Gazzettino

Il movimento per la difesa della sanità pubblica, il Comitato Un Altro Lido, e l’associazione Venezia Cambia scrivono al direttore generale dell’ULSS 3 Serenissima.


18 dicembre 2017 • La Nuova Venezia

Lido- Il monoblocco va salvato- richiesta del CAAL e Venezia Cambia


14 novembre 2017 • La Nuova Venezia

Dario De Toffoli premiato a Lucca Comics


3 ottobre 2017  La Nuova Venezia


30 agosto 2017 La Nuova Venezia

Piano strategico per il Lido: confrontiamoci

Nuova.2017.08.30.CAAL.dibattito 28 agosto


5 agosto 2017 • La Nuova Venezia

GRANDI NAVI- Processo partecipativo mai considerato


4 agosto 2017 • Il Gazzettino

GRANDI NAVI- Disattesa anche la Convenzione di Aarhus


16 luglio 2017 • Il Gazzettino

Quel silenzio sui beni demaniali


10 luglio 2017 • La Nuova Venezia

Nuova.2017.07.10.Torre S.Andrea


2 luglio 2017 • La Nuova Venezia

Nuova.2017.07.02.VeneziaCambia per Piano degli Interventi

 


27 giugno 2017 • La Nuova Venezia

Turismo qualificato all’ex Ospedale al Mare

Comitato ambientalista Altro Lido

Marco Zanetti presidente di Venezia Cambia


14 giugno 2017 • Il Gazzettino

Il Gazzettino-Marco Zanetti su Grandi Navi

 


29 maggio 2017 • La Nuova Venezia


23 maggio 2017 • La Nuova Venezia

Carlo Giacomini su Tram

 


16 maggio 2017 • Il Gazzettino

Il Gazzettino 16.5.2017 sondaggio su referendum


 

29 marzo 2017 • La Nuova Venezia

Il caso SAVE


10 febbraio 2017 • La Nuova Venezia

Terminal di Tessera un regalo a SAVE

 


7 febbraio 2017 • La Nuova Venezia

Rialto, la manutenzione la paghino i privati


6 febbraio 2017 • La Nuova Venezia

Nuovo Terminal di Tessera e poteri aeroportuali

Nuovo Terminal di Tessera e poteri aeroportuali_1


30 gennaio 2017 • Il Gazzettino

Il Gazzettino_Venezia Cambia-lettera al Governo su Grandi Navi


13 gennaio 2017 • Il Fatto Quotidiano

Casinò di Venezia, ricavi ancora sotto il budget


18 novembre 2016 • Il Gazzettino

Audizione di Venezia Cambia in commissione comunale sulla gestione dei flussi turistici


17 novembre 2016 • La Nuova Venezia

Demanio portuale o cittadino? siamo in attesa di risposte


10 novembre 2016 • La Nuova Venezia

 


8 novembre 2016 • La Nuova Venezia

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19 ottobre 2016 • Il Gazzettino     

19 ottobre 2016 • La Nuova Venezia

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25 settembre 2016 • La Nuova Venezia

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di Stefano Boato


23 settembre 2016 • Il Gazzettino     

24 settembre 2016 • La Nuova Venezia

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22 settembre 2016 • La Nuova Venezia

Nicelli, debito verso l’azzeramento


24 gennaio 2016 • Gazzettino


13 dicembre 2015 • Gazzettino


13 dicembre 2015 • La Nuova Venezia


12 dicembre 2015 • Nuova Venezia


30 novembre 2015 • Nuova Venezia

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26 novembre 2015 • Nuova Venezia


26 novembre 2015 


22 novembre 2015 • La Nuova Venezia


15 ottobre 2015 • Gazzettino


8 ottobre 2015 • La Nuova Venezia


9 settembre 2015 • Corriere


19 agosto 2015 •  La Nuova Venezia


8 agosto 2015 • Nuova Venezia


19 – 15 maggio 2015 • Gente Veneta

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9 maggio 2015 • Corriere


9 maggio 2015 • Corriere


8 maggio 2015 • Gente Veneta


6 maggio 2015 • Corriere

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5 maggio 2015 • Gazzettino


1 maggio 2015 • Corriere


28 aprile 2015 • Gazzettino


28 aprile 2015 • Gazzettino


 24 aprile 2015 • Gazzettino


 22 aprile 2015 • Gazzettino


01 marzo 2015 • La Nuova Venezia

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24 febbraio 2015 • La Nuova Venezia

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11 novembre 2014 • La Nuova Venezia

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29 ottobre 2014 • Corriere

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4 ottobre 2014 • La nuova Venezia

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15 settembre 2014 • La Nuova Venezia

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11 settembre 2014 • Corriere

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11 agosto 2014 • Gazzettino

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30 luglio 2014 • Gazzettino

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15 luglio 2014 • La Nuova Venezia

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13 luglio 2014 • Gazzettino

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12 luglio 2014 • Corriere

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11 luglio 2014 • Gazzettino

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11 luglio 2014 • Gazzettino

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10 luglio 2014 • Gazzettino

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29 giugno 2014 • Corriere del Veneto

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26 giugno 2014 • Gazzettino

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21 giugno 2014 • Corriere

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17 giugno 2014 • Corriere

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17 giugno 2014 • Gazzettino

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