(di Marco Zanetti) Si è scritto parecchio sull’accordo Comune-SAVE per il nuovo Terminal di Tessera. Da ultimo, in particolare, Carlo Giacomini ne ha evidenziato le criticità con una analisi precisa, tecnica, delle competenze e dei diversi ruoli dei soggetti interessati. Oscar Girotto ha invece sottolineato lo stato di necessità che porta (porterebbe) il Comune a far fare a SAVE quanto altrimenti l’amministrazione pubblica non riuscirebbe a realizzare per mancanza di risorse, finanziarie innanzitutto. Nell’attesa delle valutazioni di Brugnaro, ovviamente distinte, come sindaco e come amministratore di SAVE, pare utile evidenziare, la questione dirimente. Al di là di quanto attiene al miglioramento – del tutto auspicabile – delle funzioni aeroportuali, e a prescindere dalle valutazioni sull’impatto delle opere previste, resta il fatto che l’operazione all’esame del Consiglio Comunale porterebbe in “regime aeroportuale” opere ed attività economiche non strettamente correlate alle reali funzioni dell’aeroporto ed alle esigenze dei passeggeri. In parole semplici: sta bene che i passeggeri in attesa di imbarcarsi abbiano a disposizione, in aerostazione, bar, ristoranti e negozi per le spese del momento; ma inserire nell’ambito e nei poteri “aeroportuali” anche alberghi ed autorimesse per residenti e turisti non aviotrasportati costituisce una privativa regalata a SAVE in spregio alla regole sulla concorrenza che valgono sul resto del territorio comunale. Le categorie economiche cittadine che ne pensano?