A BETTER KIND OF WRONGNESS
In Laguna la confusione è Sovrana
Sembra la sindrome del giorno dopo quella dopo la festa del Redentore. Certo un’altra vittima è grave in Laguna. Ma è peggio se si confondono anche le questioni. Si legge di tutto nei quotidiani il giorno dopo questa tragedia. Chi addirittura la usa come mero spunto politico e mi dispiace assai ma la confusione proprio esiste. Spieghiamo alcuni punti cercando di farlo in breve. Questo è un classico esempio di un “Better Kind of Wrongness” per dire: il migliore degli errori possibili, frase coniata dallo scomparso architetto Paolo Soleri. Mettere in relazione l’alta velocità dei natanti con le bricole non si era ancora visto o sentito ed è certo una speculazione fuori luogo. Come per il calcio succede che tutti vogliano diventare esperti del caso. L’articolo apparso a firma di Giampietro Zucchetta appare francamente confusionario. Citare una lista di cose non fatte, come già scritto dalle varie Associazioni cittadine, e in primis Venezia Cambia da almeno il 2015, come purtroppo si vede, non serve. Poi sul fatto del legno di rovere delle bricole composto di un solo palo che gli ambientalisti dovrebbero gradire, potrei personalmente suggerire, visto che me ne occupo dall’anno del primo Commissario al Moto Ondoso (1997), che non è proprio nemmeno preferibile dal punto di vista tecnico né in relazione alla navigazione lagunare (il mare non è laguna) né paesaggisticamente auspicabile, come viene scritto. Avrei bisogno di più spazio anche per precisare alcune questioni sulla sicurezza. Quindi, direbbe un vecchio Ministro, che ci azzecca. E’ ancora più strano che alcuni Consiglieri di minoranza, che forse hanno poco navigato, di giorno e ancor meno di notte, parlino del caos del dopo fuochi d’artificio o che, peggio, i canali vanno più illuminati per navigare meglio in Laguna. Mi permetto di suggerire di vedere l’inquinamento luminoso di notte della Laguna al 2023, prima di proporre o sostenere l’incremento senza criterio dell’illuminazione. Poi di conoscere bene quale siano le complicazioni della normativa nazionale sulla navigazione anche se questa non comprende nel dettaglio la Laguna di Venezia.
Ma si insedierà, speriamo a brevissimo, chi dovrà farsi carico della tutela della Laguna, ovvero per la prima volta nella storia moderna, di tutto lo specchio d’acqua della Laguna: L’ Autorità per la Laguna di Venezia come da Decreto n. 104 del Ferragosto 2020. Questa Istituzione potrà dir la sua in tutto lo specchio Lagunare, essendo l’unica a raccogliere la sovranità di tutte le Acque con competenza e potrà, se vorrà, anche imporre il GPS a tutti i natanti (che non sono poche decine di migliaia come si vuol far credere ma sono ben 60 mila registrati e circolanti con tendenza verso gli 83 mila al 2030). Detto ciò, a quanto letto, va anche aggiunto che ci son voluti ben quasi15 anni per approvare il Protocollo sui materiali per pali e opere marittime ammissibili in Laguna, ed è solo dopo battaglie e articoli sulle Direttive europee, che, per fortuna, è stata scartata la tanto predicata plastica riciclata sotto forma di pali. Le imprese continuano imperterrite a porla in opera in Laguna – dove stanno i controlli! – anche se, ebbene sì, cari lettori, la plastica è quella tossica e nociva, nonché cancerogena, dei Pfas. Alla fine tra i prodotti ammissibili, come recita il sopracitato Protocollo, rimane solo un prodotto infungibile a disposizione, ben adoperato per anni dall’Ex-MAGISTRATO ALLE ACQUE oggi Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche del Triveneto, ma anche dall’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Settentrionale AdSPMAS. Il legno di rovere in Laguna non si trasformerebbe più in quei siluri o coccodrilli pericolosi se solo si continuasse ad adoperare l’unico prodotto in legno che si chiama eco-FeO wood protection System™ in volgare conosciuto col nome generico “sistema di graffettatura”, ovvero una protezione del legno all’Ossido di Ferro, brevettata dallo scrivente, e con durabilità del legno in ambiente acquatico intoccato dalle famigerate teredini per almeno 40 anni, contro i due mesi – un anno del rovere senza alcuna protezione.
Riusciremmo così ad eliminare almeno un pericolo per la navigazione. Fare un giro in Laguna per credere. A buon intenditore poche parole.
Sandro Castagna bioarchitetto ex Presidente dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura sez. di Venezia