Venezia, 20 ottobre 2024
Riassunto mattutino di vicende e pensieri dei giorni scorsi.
Ottant’anni fa. Il 15 ottobre 1944 a Villamarzana, nel Polesine rodigino, un reparto della guardia nazionale repubblichina eseguì una feroce rappresaglia su civili (dieci vite per una) a seguito della sparizione di 4 fascisti che si erano infiltrati nelle file partigiane locali: 42 persone a gruppi di sei, vengono fucilate alla schiena, due in più del conto pur atroce, il più giovane aveva solo 15 anni.
28 giorni. È la durata del mese di febbraio per tre volte su quattro. È la durata della stagionatura necessaria delle opere in calcestruzzo. È il titolo di un film del 2000 con protagonista Sandra Bullock. È la durata della permanenza massima nel nuovo centro di prima ospitalità di migranti in Albania.
Domande al vento. Il bando per la prossima assegnazione di posti barca a Venezia prevede la priorità per le barche tipiche a remi, ma a ben vedere, non solo alcune tipologie di queste sono del tutto escluse per la loro dimensione dai posti offerti, ma la gran parte degli ormeggi messi a bando è per barche di lunghezza inferiore. Dopo molti anni di attesa si offrono 390 posti liberi ma analizzando con precisione questa offerta se ne deduce in sostanza che l’Amministrazione comunale – rinunciando ad una seria riorganizzazione degli ormeggi – riserva la gran maggioranza dei posti liberi ai barchini in plastica con motore da 40 cavalli! I posti barca di lunghezza 6-7 metri (buoni ad esempio per una sampierota) sono solo il 17% mentre quelli tra 4 e 6 metri sono il 79%. È così che si combatte il moto ondoso? Che ne dice il Consiglio Comunale? La Soprintendenza ci ha fatto caso? Sul sito di VeneziaCambia un nostro documento nel quale abbiamo elencato le dimensioni di tutti i posti offerti ricavandole – con grande pazienza, ormeggio per ormeggio – dalla cartografia disponibile online:
Sarebbe bene sviluppare in città una seria riflessione.
Ma Netanyahu è un antisemita?
Riportiamo qui di seguito alcuni brani del dialogo tra Giorgio Voghera e l’amico ebreo tedesco Giacomino durante il loro soggiorno in un Kibbutz in Palestina negli anni 1938-1947.
Il testo è tratto da “Quaderno di Israele” di Giorgio Voghera, 1967,pp.199-205.
“Ma non posso nasconderti che alle volte sono alquanto preoccupato quando sento certi discorsi, Qui non fanno che dire che anche noi ebrei vogliamo diventare un popolo sano, normale, un popolo come gli altri. (…) Ma lo capisci tu questo culto della salute, della normalità? Gran belle cose hanno combinato attraverso i millenni (nel campo della politica internazionale, intendo dire) i popoli sani e normali! Non ti pare che è proprio per troppa salute e normalità che i popoli si dilaniano l’uno con l’altro e che la storia universale la si può scambiare per un manuale ad uso dei macellai idioti?”
(…)
“Sono state forse le sciagure e le persecuzioni, il trovarsi sempre in uno stato di inferiorità, che hanno causato lo sviluppo di certe qualità umane negli ebrei. Io semplicemente mi auguro che, modificandosi (in meglio, speriamo) le condizioni di vita, non siano proprio quelle qualità a sparire.”
(…)
“Forse hai ragione, gli risposi. Ma tu parli come se la diaspora stesse per essere davvero liquidata. Invece io penso che, anche se il sionismo avrà il massimo successo, il fenomeno della diaspora ebraica, con tutte le sue caratteristiche buone e cattive, non verrà affatto a cessare. Se mai si attenuerà attraverso l’assimilazione: e chissà che in tal caso non siano solo gli ebrei ad assimilarsi agli altri popoli, ma anche un poco gli altri popoli agli ebrei.”
(…)
“Sai che cosa penso alle volte? Proseguì Giacomino. Che forse l’antisemitismo non ha tanto le sue origini in conflitti economici e sociali, come ora si dice, o nell’intolleranza religiosa, o nelle differenze di razza e di costume, quanto proprio nel fatto che gli uomini dell’espansione e della conquista, gli uomini dell’aggressione, della violenza e della lotta senza quartiere, non sopportano quel tale spirito ebraico di cui si parlava, e che alle volte è stato detto anche cristiano, sia pure usando questa parola in un’accezione alquanto particolare. (Insomma, mi è passato per la mente il pensiero che l’antisemitismo non sia in fondo che un aspetto della millenaria lotta di regnanti, governanti, sacerdoti di varie confessioni, privilegiati di ogni specie, per soffocare o snaturare il più autentico cristianesimo). Lo chiamano, questo spirito, antieroico, lo chiamano rinunciatario, disfattista, pacifista (in senso spregiativo), mentre non si tratta che di un poco di umanità e di saggezza, che non è, naturalmente, una prerogativa degli ebrei, tutt’altro, ma che forse certi ebrei della diaspora hanno ostentato con uno spirito piuttosto polemico.”
(…)
“Una cosa voglio però dirti per concludere. Quello che alle volte mi fa un po’ dispiacere, è di vedere che alcuni di questi antisemiti dimostrano ora simpatia per il sionismo, considerandolo quasi la liquidazione di quell’ebraismo cha dà loro tanto sui nervi.”
“E il peggio è che ci sono purtroppo anche fra gli ebrei certuni, che sono diventati sionisti perché si vergognano, suggestionati dagli antisemiti, di quello spirito ebraico o cristiano, a cui noi due ci teniamo.”
RAZZA DI DEFICIENTI ©Asimov
Questioni di peso
Da una recente ricerca pubblicata su Nature risulta che il peso delle “cose”, cioè di tutto quello che è stato fatto dall’uomo, ha raggiunto il valore di 1.100.000.000.000 (mille e cento miliardi) di tonnellate, che possiamo abbreviare in 1,1 teratonnellate. E secondo voi, qual è il componente con maggiore peso? Massì, è proprio il cemento, seguito dai mattoni e dall’asfalto (che è cresciuto moltissimo negli ultimi decenni). È da almeno un secolo che il peso complessivo degli artefatti raddoppia ogni 20 anni e il sempre ottimo Telmo Pievani fa notare che “è come se ogni persona sulla terra avesse prodotto, ogni settimana, una quantità di oggetti pari al peso del suo corpo… consumando un’enorme quantità di suolo! Fatevi il conto di cosa succederà nei prossimi decenni se continuiamo con questo ritmo.
Questi numeri cominciano a significare qualcosa soprattutto quando li paragoniamo al peso complessivo della biomassa (cioè di tutti gli esseri viventi) presenti sulla terra; malgrado la perdita di biodiversità, questo valore rimane pressoché costante per la cresciuta quantità di poche specie vegetali da noi coltivate. Beh, la notizia è che il peso totale della biomassa è proprio di 1, 1 teratonnellate, cioè il peso dei nostri artefatti ha raggiunto il peso di tutti i viventi. Per la precisione segnaliamo che si tratta di valori stimati al netto dell’acqua contenuta.
Un inciso sulla plastica. Se si va avanti così – abbiamo già avuto occasione di ricordarlo – entro il 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesce e comunque il peso della plastica prodotta eccede quello di tutti gli animali insieme.
Ma torniamo alla biomassa totale. Il 90% è composto da vegetali! A questo punto voi penserete che agli animali resta “solo” il 10%… e invece no! Più degli animali pesano soprattutto i batteri, seguiti da funghi, archeobatteri e protisti. Agli animali nel loro complesso non resta che un piccolo 0,3%. Sembra incredibile, vero? Eppure è così, e il margine di errore di queste stime è valutato intorno al 6%; vuol dire che la cifra esatta non possiamo saperla, ma che l’ordine di grandezza è giusto.
E se prendiamo in esame il solo Homo Sapiens, il suo peso rappresenta solo lo 0,01% della biomassa.
Scendendo nel dettaglio, fa impressione il dato riferito ai soli mammiferi, che pesano circa un decimo di tutti gli animali (pari a circa lo 0,03% della biomassa totale). Il 36% dei mammiferi sono gli esseri umani, il 60% sono animali da allevamento e – ahinoi – solo il 4% è costituito dalla fauna selvatica.
DISCORSI
Discorso dell’agnello e del fumo
E sulla terra si diffonde il fumo
dell’agnello arrostito
RITAGLI
Viste le tragedie in corso, non sarebbe il caso che i veneti sotterrassero l’ascia di guerra?
LƏA – Laboratorio Ebraico Antirazzista | Facebook
Buona domenica
Venezia Cambia