1. governo e istituzioni

citta metropolitana e legge speciale

galassia partecipate

i conti del comune [bilancio]

 

Le schede di programma sono da considerare come BOZZE

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Gruppi di Lavoro venezia camb!a 2015:

veneziacambia2015@gmail.com

 


città metropolitana e legge speciale

la questione

L’istituzione della Città Metropolitana, pone in essere un nuovo livello di governo che dovrà risolvere i molti problemi che non possono essere affrontati a livello comunale. Il territorio del nuovo ente coincide, per legge, con quello della abolita provincia: dunque 848.000 abitanti e 44 comuni. Il sindaco di Venezia è automaticamente il sindaco della città metropolitana, mentre assessori e consiglieri saranno eletti dai sindaci e dai consiglieri dei comuni che fanno parte della città metropolitana. In prospettiva sarà anche possibile eleggere direttamente il sindaco della città metropolitana, ma dividendo in più comuni il comune capoluogo e con l’assenso della maggioranza dei comuni metropolitani.

Al momento dunque la città metropolitana è un territorio ampio, di aree con problemi diversi ed economie diverse.

I poteri fissati dalla legge per tutte le città metropolitane italiane, sono quelli della ex provincia. Ma nello statuto, primo atto che il consiglio metropolitano dovrà approvare, sarà possibile stabilire anche nuovi compiti, trasferiti dalla regione o delegati da comuni, e si dovranno fissare le regole di funzionamento del nuovo ente.

E’ inoltre in discussione in parlamento un progetto di nuova legge speciale per Venezia. La relazione tra città metropolitana e nuova legge speciale è strettissima: qui si gioca la capacità di Venezia di avere un futuro come città abitabile ed abitata.

le proposte

Il nuovo sindaco e la nuova amministrazione comunale di Venezia dovranno dunque affrontare questa straordinariaoccasione di rinnovamento che richiede strategie, responsabilità ed iniziativa anche sui tavoli del parlamento e del governo nazionale.

Dovranno far capo alla città metropolitana anche i poteri derivanti dalla legislazione speciale a tutela di Venezia e della sua Laguna come preminente interesse nazionale. Ciò non significa ovviamente allargare la Legge Speciale a tutto il territorio mariordinare in un unico autorevole livello di governo le competenze oggi frammentate in un sistema decisionale inefficiente e conflittuale, assicurando a Venezia compiti e risorse adeguate alle sue speciali necessità. Con il ridisegno dei poteri e delle competenze la nuova città metropolitana, va finalmente organizzato un vero sistema integrato di infrastrutture e di servizi di trasporto, si potrà dare una risposta concreta ai problemi del rischio idraulico e della sicurezza del territorio, si potranno fissare strategie e obiettivi comuni di sostenibilità in materia di energia, di riduzione del consumo di suolo, di adattamento al cambiamento climatico.

In particolare, per tutti i “territori d’acqua”, la città metropolitana e la nuova legge speciale sono l’occasione di unariappropriazione delle competenze determinanti per l’economia di Venezia e la salvaguardia dell’ambiente lagunare. Alla città metropolitana dovranno far capo un rinnovato magistrato alle acque ed un potere unitario su tutte le acque della Laguna, opzioni vincolanti per porto e aeroporto, risorse finanziarie prevedibili e costanti, autonomia normativa per la gestione del turismo.

Per l’intero territorio, di terra e di acqua, la città metropolitana è il luogo nel quale costruire un nuovo governo autorevole, capace di negoziare con il livello nazionale e regionale, capace di alleanze utili con Padova e Treviso, capace di darsi obiettivi ambiziosi di successo imprenditoriale e di qualità della vita. Venezia, Mestre, Chioggia, il portogruarese, il sandonatese dovranno trovare nel governo metropolitano le condizioni per esercitare la loro autonomia, valorizzare la base culturale comune, sviluppare possibili sinergie e trasformare le differenze di vocazione economica, di paesaggio, di organizzazione sociale in straordinari vantaggi.

azioni

La partecipazione di Venezia alla fondamentale stesura dello statuto della città metropolitana: un’occasione per l’applicazione degli strumenti partecipativi di recente approvati dal consiglio comunale per affrontare in modo approfondito e condiviso un passaggio così strategico.

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galassia partecipate

la questione

Troppe e confuse ! Una trentina di società partecipate in via diretta ed indiretta, un terzo di partecipazioni con controllo diretto, senza tuttavia una risposta adeguata alle attese ed ai bisogni della cittadinanza: aumenti tariffari nel sistema dei trasporti pubblici e nella gestione dei rifiuti, scarsa capacità di programmazione, pianificazione e controllo, scarsa la considerazione dei bilanci ambientali (consumi, energie alternative, ecc.), costi (e aggi) eccessivi di gestione, alcune gravi incapacità gestionali, scarsa trasparenza, nessun coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte strategiche.

le proposte

Sono da ridefinire i campi di azione entro il perimetro dei compiti istituzionali del comune tenendo presente che beni comuni e servizi di pubblica utilità, anche di carattere economico, non dovranno essere privatizzati, sia per ridurne l’attuale proliferazione di società, sia per migliorare efficienza, efficacia ed economicità delle aziende, sia per migliorare i servizi prodotti.

Va perseguito il massimo di trasparenza nella formulazione degli indirizzi strategici, gestionali e nelle modalità di controllo dei risultati raggiunti, assicurando informazione e partecipazione attiva della cittadinanza nella fase della definizione degli obiettivi e dei programmi.

Gli atti dell’Amministrazione devono assicurare chiara distinzione tra ruolo di indirizzo in capo all’amministrazione comunale e responsabilità delle aziende.

azioni

  • Riduzione consistente del numero delle partecipate, mediante aggregazioni, dismissioni delle società in perdita, uscita dalle micro partecipazioni, chiusura delle scatole vuote (aziende senza dipendenti), mantenendo la proprietà degli immobili iscritti nelle società, all’Amministrazione comunale.
  •  Obiettivi ai dirigenti di miglioramento dell’efficienza operativa e compensi commisurati ai risultati raggiunti.
  • Amministratori scelti per competenza con selezione trasparente, anche avvalendosi di selezionatori indipendenti.
  • Contratti di servizio, indirizzi ed obiettivi operativi e di qualità che prevedano il monitoraggio dei risultati anche mediante audit sistematici e indipendenti.
  • Garanzia a cittadini, utenti / consumatori di completa trasparenza e informazione sul funzionamento delle aziende, obiettivi e responsabilità connesse, tariffe, bilanci e risultati raggiunti.
  • Potenziare la struttura comunale, con strumenti e competenze, per la gestione del sistema delle partecipate per consentire capacità di indirizzo e controllo.
  • Un regolamento di gestione delle partecipate, che dia ruolo alle rappresentanze degli utenti e dei lavoratori ad alla partecipazione.

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i conti del comune [bilancio]

la questione

Il bilancio comunale è in gravissime condizioni: nonostante il cosiddetto “Salva Venezia”, restano sulle spalle dei cittadini 52 milioni di euro di disavanzo per l’anno in corso, con proiezioni ancor più pesanti per il 2016. Una situazione che, se non s’interverrà in modo energico, si tradurrà in tagli ai servizi pubblici essenziali.

Le responsabilità di questa situazione sono chiare: per anni le amministrazioni che si sono succedute non hanno rispettato le elementari regole di una buona e previdente gestione pubblica. Negli anni delle vacche grasse – quando Venezia beneficiava d’ingenti contributi derivanti dalla Legge Speciale e dal Casinò – si sono usate quelle risorse per far fronte a spese correnti, senza alcuna verifica sulla loro priorità e utilità. Questa cattiva gestione ha in molti casi alimentato la cultura dello spreco, del clientelismo e del malgoverno.

Il paradosso di Venezia è davanti agli occhi di tutti: una città unica al mondo, che potrebbe essere ricca e florida,  e che invece non ha nemmeno i soldi per la manutenzione ordinaria e per tutelare e prendersi cura dei propri cittadini.

le proposte

Va garantita anzitutto la sostenibilità dei servizi pubblici essenziali.

Alcune regole semplici: 1) le spese correnti si coprono solo con le entrate correnti; 2) gli sprechi, che ci sono e sono tanti, vanno senza esitazione eliminati; anche la spesa per il personale può essere ridotta: riducendo alcune posizioni dirigenziali inutili e riorganizzando a fondo le assegnazioni delle premialità, secondo veri criteri di merito, competenza e produttività; 3)reperire nuove risorse ordinarie permanenti per consentire una vera politica di bilancio, con investimenti e priorità chiare.

L’economia turistica può contribuire di più: senza nuove tasse ma garantendo che i servizi pubblici legati al turismo (manutenzione, pulizia, ecc.) siano coperti con risorse prodotte dal turismo; una gestione diretta e pubblica di alcuni servizi turistici può contribuire in modo rilevante alle casse comunali.

azioni

  • far sì che Venezia possa gestire in proprio una parte del gettito tributario derivante dalle imposte indirette prodotte nel territorio (un punto dell’IVA ora incamerata da Roma resti a Venezia).
  • investire nella ricerca di risorse, in particolare europee, alle quali per la storia e la peculiarità di Venezia sarebbe facile accedere; servono un messaggio politico forte e capacità tecniche di progettazione (l’obiettivo è che almeno il 10% delle spese comunali annuali per investimenti siano finanziate con risorse comunitarie).
  • valorizzare (e non svendere) il patrimonio immobiliare pubblico: in larga parte si tratta di beni comuni, culturali e storici, che sono una risorsa rinnovabile, capace di produrre economia vera per la Città, assieme a innovazione, cultura e socialità.
  • gestire l’accordo di programma per Marghera (150 milioni di euro e 110 ettari) come volano per investimenti su logistica, manifattura e servizi avanzati in una realtà produttiva capace di generare risorse anche per la città e la finanza pubblica.
  • promuovere tra i contribuenti la destinazione del 5 per mille a favore del Comune per specifici e concreti interventi nell’ambito delle politiche sociali e per la qualità della vita dei cittadini.
  • riorganizzare il sistema delle aziende partecipate in modo da produrre servizi di qualità e non debiti, con dirigenti e quadri che abbiano competenze e capacità di innovazione.
  • rivedere in modo sostanziale i meccanismi di finanziamento del Comune adottando strumenti socialmente responsabili direttamente gestiti dalla comunità (social bond).
  • introdurre sistemi di moneta complementare e di economia sociale e mutualistica con l’obiettivo di ridurre la spesa monetaria corrente del Comune, consentendo l’acquisto e lo scambio di beni e servizi prodotti localmente da imprese e aziende del territorio.
  • produrre ogni anno un bilancio sociale comunale consentendo così il monitoraggio effettivo delle entrate e delle uscite per un’efficace e trasparente gestione amministrativa.

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