Stazione Marittima di Venezia: posti di lavoro e milioni di euro. E se qualcuno volesse metterci le mani?
Mentre non sembra trovare soluzione il dibattito sulle grandi navi a Venezia, un’importante notizia sul futuro della stazione marittima di Venezia è passata in questi mesi quasi inavvertita. Si tratta della cessione della quota di controllo che l’Autorità Portuale detiene nella Venezia Terminal Passeggeri spa (VTP), la società di gestione dei servizi della Marittima. Un controllo che si esercita attraverso APVS srl, una holding costituita dall’Autorità Portuale e dalla finanziaria regionale Veneto Sviluppo spa, che detiene il 53% della VTP .
L’obbligata cessione di questa partecipazione da parte dell’Autorità Portuale – la normativa intende infatti separare le funzioni di gestore da quelle di controllore - apre uno scenario oscuro e imprevedibili sono gli effetti che questa decisione produrrà sull’economia veneziana. I possibili alternativi sviluppi sono i seguenti:
1) l’acquisizione del pacchetto societario da parte di un altro soggetto pubblico; il candidato naturale dovrebbe essere Veneto Sviluppo visto che già detiene il 33% della holding;;
2) se così non fosse, si profila la cessione societaria a un privato (chi?); questa vendita potrebbe determinare una situazione assai imbarazzante, dove la stessa quota di Veneto Sviluppo (cioè di un soggetto che investe denaro pubblico per ragioni pubbliche) sarebbe di fatto in balìa di un nuovo e sconosciuto investitore privato;;
3) l’ultima ipotesi è che la quota ceduta sia acquisita da uno dei soggetti di minoranza nell’attuale compagine societaria di VTP (si tratta di spedizionieri e di SAVE, società di gestione dell’aeroporto di Venezia); soggetti comunque anch’essi privati e di cui si ignorano le intenzioni.
Il futuro di Venezia appare legato alle scelte che verranno prese nei prossimi mesi: dalla decisione sullo scavo dei canali in Laguna alle regole su un turismo lagunare ormai fuori controllo e alle decisioni sulla portualità commerciale.
La presenza o meno della Regione Veneto costituisce un punto di svolta nella gestione di un servizio strategico come la VTP. All’indomani dell’uscita dell’Autorità portuale, Veneto Sviluppo sarebbe l’unico soggetto in grado di presidiare l’interesse pubblico su questa realtà. Un tema che non può passare sotto silenzio.
Rivolgiamo dunque alcune essenziali domande al governatore Luca Zaia: Quali sono le sue intenzioni di fronte alla messa in vendita del pacchetto di controllo sulla VTP da parte dell’Autorità portuale di Venezia? Intende la
Regione Veneto acquistare o meno questa partecipazione? Quali sono le indicazioni strategiche della Regione Veneto in merito al futuro della società di gestione dei servizi portuali crocieristici di Venezia? L’impegno regionale sulla VTP va inteso come investimento strategico oppure si potrebbe profilare una prossima uscita da questa struttura come avvenne nel caso della società SAVE interamente ceduta al nuovo investitore privato (in quel caso Enrico Marchi e la sua finanziaria, governatore allora Galan)? Sarebbe inoltre interessante capire perché, un paio d’anni fa, la finanziaria regionale ha subordinato la sua quota di VTP (il 17,5%) al controllo dell’Autorità Portuale, di Paolo Costa, nella nuova holding APVS, rinunciando a una posizione di particolare peso nella compagine di VTP. C’è stato un indirizzo regionale oppure si è trattata di una iniziativa autonoma di Veneto Sviluppo? Che motivo c’è in sostanza perché un privato possa ora acquistare la quota di maggioranza della holding APVS (corrispondente al 35% delle azioni di VTP) che vale però il controllo assoluto di VTP (corrispondente al 52%)?
Per il bene di Venezia e per scelte pubbliche trasparenti su un settore strategico dell’economia veneta, crediamo che queste risposte siano dovute ai cittadini veneziani e veneti. Vale la pena ricordare che gli interessi economici in gioco sono ingenti. Accanto alle migliaia di posti di lavoro che l’economia della Marittima garantisce, la VTP è allo stato attuale una vera e propria miniera d’oro, con profitti in crescita e una redditività che fa gola a molti: 33 milioni di euro di utile nell’ultimo bilancio d’esercizio. Fa gola, ad esempio, alle compagnie crocieristiche e tra queste alla Msc che già possiede il più grande terminal commerciale a Porto Marghera. Con il controllo della Marittima, Msc diventerebbe monopolista, e un’altra infrastruttura di Venezia senza più alcun governo pubblico. Attendiamo risposte.
Giampietro Pizzo Marco Zanetti
Associazione Venezia Camb!a